Chambers, al centro, vincitore ai recenti Europei indoor

Il velocista britannico, squalificato per doping, potrà correre in Svizzera, mentre dalla Germania arriva in diniego: ’’Pressioni sull’organizzazione, non era gradito"

GINEVRA - La dura vita di un reduce dal doping. Dwain Chambers, tornato alle gare dopo la squalifica per l’implicazione nella vicenda del laboratorio Balco, potrà correre in Svizzera, ma non in Germania. Gli organizzatori della riunione di Dessau, hanno ritirato l’invito fatto inizialmente a Chambers, che avrebbe dovuto prendere parte alle gare dei 100 e dei 200, ma ora non sarà in gara. Positivo per THG (ormone sintetico della crescita) nel 2003 e squalificato per due anni, Chambers (dopo una breve esperienza nel football americano) è poi tornato a gareggiare in pista e questo inverno ha vinto l’oro nei 60 metri agli Europei indoor di Torino.

IL NO DELLA GERMANIA - "Abbiamo preso questa decisione - ha spiegato Ralph Hirsch, organizzatore della riunione di Dessau - a causa della reazione del mondo dell’atletica tedesca. Chambers non era gradito, e nei nostri confronti sono state fatte molte pressioni". Ora Hirsch, per ’par condicio’, ritirerà l’invito che aveva fatto ad un’altra atleta, la quattrocentista tedesca Florence Epko-Umoh, in passato sospesa per doping, che non sarà più in gara a Rehlingen, sempre in Germania.

GINEVRA LO ACCETTA - Chi invece considerano la vicenda doping acqua passata, sono gli organizzatori di Ginevra, che lo hanno accettato per i 100 e 200 del meeting in programma sabato. "Ammetto che abbiamo avuto un momento di esitazione quando ci ha chiesto di poter correre, ma poi abbiamo pensato che non c’è ragione di infliggergli una doppia pena. Chambers ha già pagato per le sue colpe", ha spiegato l’organizzatore ginevrino Pascal Thurnherr.

MOMENTI DIFFICILI - Nella sua autobiografia "Race against me" uscita a marzo il velocista britannico aveva ammesso di aver fatto uso di sostanze proibite rivelando di essere arrivato a prenderne più di 300 nel giro di un anno senza mai essere scoperto nei 10 controlli ai quali era stato sottoposto nello stesso periodo. Aveva anche confessato che durante il periodo della squalifica ha pensato più volte di suicidarsi.

1 giugno 2009